giovedì 7 gennaio 2010

Archipel des Kerguelen.


The Kerguelen Islands (pronounced /ˈkɜrɡələn, kərˈɡeɪlən/; in French commonly Îles Kerguelen or Archipel de Kerguelen but officially Archipel des Kerguelen also known as Desolation Island, are a group of islands in the southern Indian Ocean. The islands are a territory of France. There are no indigenous inhabitants, but France maintains a permanent presence of 50 to 100 scientists, engineers and researchers.

The main island, Grande Terre, is 6,675 km² in area and is surrounded by another 300 smaller islands and islets, forming an archipelago of 7,215 km². The climate is raw and chilly with frequent high winds, but not severely cold throughout the year, much like that of the outer Aleutian Islands of Alaska. While the surrounding seas are generally rough, they remain ice-free year-round.

They are antipodal to an area in the vicinity of the meeting point of Alberta, Saskatchewan and Montana in North America.

Coordinates: 49°15'S 69°35'E

Mies vailla menneisyyttä.

PREMESSA


La sceneggiatura di un film non è prosa, poesia o

sapere enciclopedico, e nemmeno arte drammatica.

Parlerei piuttosto di letteratura gastronomica. I dialoghi

– quando presenti – vengono conditi con una

manciata di generici consigli destinati agli attori (“attraversò

la strada in diagonale come un cane azzoppato…”),

agli operatori e ai direttori della

fotografia (“il busto dell’uomo venne investito dall’ombra

di un lampione mezzo rotto che oscillava

mosso dal vento…”), ai costumisti (“gli stracci raffazzonati

che aveva addosso avevano l’aria di essere

stati gialli…”), agli scenografi (“la porta di lamiera

ondulata pendeva in bilico su un solo cardine…”),

ai fonici (“una cornacchia gracchiava in lontananza,

come fanno sempre quegli uccelli…”) e agli altri

tecnici (“tutta la scena deve svolgersi in un silenzio

imperscrutabile…”).

Il testo ha il compito di offrire indicazioni quantitative,

codificabili attraverso elementari principi di

matematica, riguardo a giorni di riprese, collaboratori,

lampadine, cavi, panini, caffè, ruote di scorta,

nonché durata e resistenza dei nervi.

Il bravo sceneggiatore è tenuto ad aggiungere

due o tre scene superflue che, in caso si verifichi

un ritardo sul calendario (come del resto accade

sempre), il produttore o il regista potranno platealmente

tagliare al fine di ribadire la padronanza

del soggetto e la propria collocazione gerarchica

all’interno dell’organico.

Di tanto in tanto è comunque bene inserire una

riga di qualche valore letterario con lo scopo di concentrare

l’attenzione dei potenziali finanziatori sul

contenuto poetico del progetto, evitando allo stesso

tempo che l’effetto soporifero della sfilza di dettagli

tecnici comprometta la piacevolezza della lettura.

Nella sceneggiatura vigono le seguenti norme

drammaturgiche: il film deve avere tre tempi (di durata

imprecisata e non suddivisi nel testo) e tutti i

personaggi principali vanno fatti entrare in scena

entro ventisette minuti dall’inizio del film. È sconsigliato

scrivere più di due pagine di dialoghi poiché

la riduzione o completa eliminazione degli stessi durante

le riprese determina un inutile aumento dei

costi. Inoltre deve essere chiaro a tutti che per sua

natura un film non è la rappresentazione dei pensieri

che dominano il protagonista, ma è preferibile che

sia l’azione stessa a suggerire le eventuali emozioni.

Ad esempio la collocazione della sigaretta tra le dita

di un personaggio è sufficiente a distinguerlo dal cane

di Pavlov. Sta allo spettatore cogliere l’intima tempesta

che pervade lo spirito umano.

Concludo segnalando che i produttori cinematografici

apprezzano gli sceneggiatori che esprimono

l’intensità drammatica con mezzi più discreti

dei cataclismi naturali, degli aerei che precipitano e

dell’occupazione del Palazzo d’Inverno.


Aki Kaurismäki


Via_iperborea

sila's plateau


Amazaing afternoon with my friends on the sila's mountains.

_coordinates_39°22'N 16°30'E.